Luglio
Ardi di carità
La carità è la regina delle virtù, perché tutte le compendia e contiene; e costituisce, per così dire, l’essenza della perfezione. Poiché “Dio è carità: chi vive nella carità vive in Dio, e Dio in lui” (1 Gv 4,16).
Essa quindi è l’amore di Dio in noi, e la buona volontà nostra che lo accoglie, per farlo agire nell’intimo, e per diffonderlo.
Non basta infatti dire a Dio: “Signore, io ti amo!” Bisogna farglielo dire da tutte le creature, prestando una voce agli esseri muti, e un cuore agl’inerti, essendo l’amore agente d’unità e di fusione, senza riserva egoistica e senza distinzione.
È nella carità, che ci unisce a Dio e a tutte le creature, che si trova la gioia vera, la pace sicura e la perfezione piena.
Mentre il mondo sembra volere ignorare Dio, le anime, fedeli a Lui, hanno l’obbligo d’amarlo veramente, d’amarlo per tutti, d’amarlo mai è stato amato.
“L’amore, quando è vero”, dice V. Hugo, “non si stanca mai; perché è tutto anima e non può intiepidirsi. Una brace si copre, ma stella no”.
Padre Giacomo, nella pratica di questa virtù, fu stella di prima grandezza e raggiunse, secondo la bella testimonianza di un suo illustre contemporaneo, “l’alto grado cui si elevarono le figure maestose di Vincenzo de’ Paoli, Camillo de’ Lellis e Francesco di Sales”. Nella minuta di una sua lettera, si legge: «Vorrei scrivere con la punta del cuore di S. Paolo, per suscitare, nei veri seguaci di Cristo, lo spirito illanguidito della Carità, o col cuore di S. Vincenzo de’ Paoli, per descrivere, coi veri caratteri, la vera posizione in cui gemono i Poveri…”
Suo ideale fu la “Carità senza limite”, e suo motto: “Alla fede per la carità!” Queste parole compendiano tutto il suo apostolato e ne scolpiscono la vita.
Mons. Isidoro Carini, in una sua preziosissima lettera, rendendo testimonianza alla virtù eroica del santo amico, dopo averlo dichiarato “la più fulgida stella della Chiesa di Palermo”, e affermato che “la Sicilia, principalmente per lui, occuperà degne pagine nella storia della carità”, aggiunge: “La sua scarna e pallida figura, dallo sguardo ardente e soave, rispecchiava così bene quello spirito di Carità, che effondevasi in lui senza tregua!…” Infatti egli avrebbe voluto dilatare il suo cuore all’infinito, per abbracciare e sollevare le miserie del mondo intero, senza escludervi nessuno, neppure i più iniqui e perversi.
Questo ideale, che fu l’aspirazione costante della sua vita, costituisce il compito eroico, la missione sublime, che ha lasciato ai figli, eredi del suo spirito.
Essi devono “informarsi alla carità di Gesù Cristo, che fece Sue le miserie dell’umanità, e dedicarsi interamente al servizio dei Poveri, per avviarli dagli stenti di questa vita ai gaudi eterni del cielo…”.
Chiedi anche tu, al Signore, che infiammi il tuo cuore di questa sublime virtù, e ripeti col Servo di Dio: “O Carità, bruciaci col Tuo santo amore!”.
– 1 –
La carità ha due piedi: l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Bada di non zoppicare, ma corri con ambo i piedi al Signore.
La Carità è l’ala che ci fa volare; essa c’innalza al cielo e ci porta fino a Dio.
– 2 –
La Carità di Gesù Cristo sia sempre nel tuo cuore e nell’anima tua, affinché, con ogni umiltà e mitezza, tu possa guadagnare molte anime al Suo santo amore.
– 3 –
Per guadagnare l’amore di Dio molte anime, quel che più giova è l’esempio nella più verace e consumata Carità, la quale: mai s’impazienta, mai s’insuperbisce, mai chiede cose che son sue, mai è ambiziosa, mai opera invano; essa invece crede tutto, spera tutto e sostiene tutto, per guadagnare tutte le anime a Gesù Cristo, vita nostra perciò sulla nostra bandiera sta scritto: Amare Dio con il sudore della fronte!
– 4 –
La carità non viene mai meno! Fa’ che essa sia sempre nel tuo cuore, come una fiamma perennemente accesa, per esser pronto a tutte le opere che procurano la gloria di Dio e la salvezza del prossimo.
– 5 –
Iddio, che ci ha creato a Sua immagine e somiglianza, vuole che lo somigliamo, imitandolo nella misericordia e nella perfezione; laonde Gesù ci dice: “Siate misericordiosi, siate perfetti …, com’è misericordiosa e perfetto il Padre Celeste”.
– 6 –
Noi abbiamo il dovere di apprendere le lezioni di carità, dateci da Gesù, nostro divino Maestro, e d’imitarne gli esempi. Egli, insegnandoci l’amore verso Dio, e comandandoci la Carità reciproca, disse: “Da questo si conoscerà che siete miei discepoli, se avrete amore l’un per l’altro”.
Se è vero che amiamo Gesù, dobbiamo amare anche il prossimo, specialmente i più bisognosi.
– 7 –
Gesù ci diede l’esempio della Carità, andando sollecito e amoroso dovunque erano infelici. Per compiere la Sua missione di Carità, percorreva le vie, soffrendo la stanchezza e la fame. Stanco, non aveva un giaciglio ove posare le affrante membra; digiuno, invitato a mangiare rispondeva: “Ho un altro cibo …” Il tempo che avrebbe dovuto impiegare per il cibo e il riposo lo impiegava per gl’infelici, che avevano bisogno della Sua Carità.
– 8 –
Amare Dio vuol dire amare anche il prossimo; quindi è vana lusinga credere di avere amore per Dio, quando manca la carità per i nostri fratelli …
“Amerai il prossimo tuo come te stesso” è un chiaro e preciso comando di Dio, non un consiglio; ed è anche un fondamentale dovere di ognuno. È su questo che noi verremo giudicati: “Avevo fame e non mi hai dato da mangiare; ero ignudo e non mi hai vestito …”.
– 9 –
Dio vuole essere amato una persona del prossimo, non con le sole parole, ma con le opere, e riguarda come fatto a Sé stesso ciò che facciamo ai più bisognosi, che chiama Suoi fratelli.
Ricorda la Carità che Gesù ha verso le anime, e corrispondi al Suo amore. Egli vuole essere amato da te, con amore operoso e constante in ogni Povero, in ogni infermo, in ogni persona che soffre e ha bisogno del tuo aiuto.
– 10 –
La nostra Carità deve essere senza limite, come senza limite fu la Carità del buon Gesù, il quale, da vero buone Pastore, diede tutto il Suo sangue e la Sua stessa vita per tutte le anime.
La carità senza limite abbraccia tutto l’uomo, dalla culla al sepolcro, e non si limita alle sole opere spirituali, ma vi include anche quelle corporali.
– 11 –
La Carità senza limiti ci fa amare Gesù nel Poveri, e ci sollecita a esercitare le opere di misericordia, come le vorremmo esercitare verso di noi, e come le eserciteremmo noi stessi verso Gesù, se ci si presentasse povero, dolorante, piagato come un lebbroso, e richiedesse i nostri servizi.
– 12 –
Sull’altare della Carità, immoliamo generosamente a Dio la giovinezza, i domestici affetti, i beni di fortuna; rinunziamo a tutto, sacrifichiamo tutto per sovvenire a quell’ammasso di umane miserie, la cui vista è così umiliante per l’orgoglio umano, così ributtante per l’umana delicatezza.
– 13 –
Senti dunque fortemente, nel tuo cuore, l’impulso della tenerezza e della pietà; scendi nel campo della miseria, soccorri la povertà, allevia i dolori, asciuga le lacrime degl’infelici, offri al mondo lo spettacolo di quella Carità, che parte dal cuore di Dio.
– 14 –
Apri le braccia a tutti coloro che soffrono, specialmente a quelli che sono rifiutati da tutti…: non sono di alcuno, dunque sono nostri: la Carità di Gesù Cristo abbraccia tutte le sofferenze!
– 15 –
Accorri ove c’è bisogno del tuo soccorso, e nessuno di quelli che lo chiedono rimanga privo del tuo conforto. Occupati generosamente in bene dei miseri; aiuta e consola coloro che soffrono. Per te fare il bene dev’essere un vero bisogno del cuore, una vera passione.
– 16 –
Cooperati, con fraterno amore, per migliorare le condizioni del prossimo, diminuendo, per quanto è possibile, la somma dei mali che pesano sopra l’umana famiglia, col consiglio, con l’opera, col sacrificio, senza avere altro scopo che alleviare la povertà, dissipare l’ignoranza, alleggerire le sofferenze: sollevando i malati, istruendo gli ignoranti, soccorrendo i Poveri: in una parola: sovvieni ad ogni specie di infortuni, vendicando l’umanità così miseramente dimenticata e derelitta.
– 17 –
Visitare e servire gli infermi è ciò che Gesù fece sulla terra. Egli, scendendo dall’alto dei cieli, visitò la nostra indigenza, e fu tale la Sua predilezione per la misera umanità, che fece Sua delizia lo stare con noi e coi Poveri. Andava in casa degli infermi e consolava le membra sofferenti.
– 18 –
Assistiamo il povero infermo con la più squisita Carità, con la più tenera sollecitudine, curandone le malattie, siano anche del morbo più schifoso, levandone senza ribrezzo le piaghe, medicando le putride ulcere…
Ricordiamo che è Dio stesso che riceve il nostro aiuto, il nostro sollievo, le nostre amorose premure, quando usiamo Carità verso i più piccoli, i più miseri, i più disprezzati dei nostri fratelli.
– 19 –
Stendiamo le nostre braccia alla fanciullezza, con la fede di sovvenire all’infanzia di Gesù. Accogliamo con questo spirito il fanciullo orbato di padre o figli di miseri genitori.
Con sollecitudine pari a quella di una madre, prendiamo cura della istruzione necessaria allo svolgimento delle facoltà della mente e del cuore di lui.
Invigilando alla istruzione letteraria e anche artistica, religiosa non meno che civile, si apre il giovane cuore all’amore del lavoro e alle attrattive della virtù, mentre si prepara all’avvenire un individuo utile a sé, alla famiglia, alla Patria.
– 20 –
I fanciulli formarono e sono l’oggetto delle compiacenze di Gesù Cristo, il quale ebbe parole assai tremende contro coloro che non sanno custodire la loro innocenza. Impariamo da Lui a saperli amare e custodire come la pupilla degli occhi Suoi: così faremmo cosa grata al Suo Cuore, e un gran bene alla società.
O Gesù, che con amore divino careggiaste e benediceste i pargoli, dateci la grazia di sapere educare gli orfanelli come volete Voi!
– 21 –
Usa con tutti parole di pace e di Carità!
La Carità vince tutto, e la buona educazione dispone la via alla Carità! … Non è mai buono usare parole offensive o disprezzanti; esse invece d’indurre all’emenda, spingono alla disperazione.
– 22 –
La Carità ha questo carattere: non si agita mai e non offende mai nessuno; essa comprende e abbraccia tutti col suo amore, anche coloro che ci sono apertamente nemici.
Bisogna poi usare sempre maggiore Carità e mitezza, e andare avanti con l’amore, per non spaventare le anime deboli e ignoranti.
– 23 –
Non lasciarti mai vincere nella pazienza e nella Carità; ma, pieno di Spirito Santo, cooperati nel cercare il bene di coloro che t’insultano e crucifiggono, a imitazione di Colui che, da noi e per noi, è stato crocifisso nello spasimo più ardente della Sua Carità.
– 24 –
Nel fare la Carità ai Poveri non si fa mai male, ma sempre bene, ancorché chi la riceve non la meriti: perché nel Povero dobbiamo vedere, guardare e aiutar sempre Gesù.
Quando si è limitati, non potendola fare a tutti, è meglio farla a coloro che ne hanno maggiormente bisogno.
– 25 –
Dio pose la Carità qual pozzo di abbondanza nei deserti della vita!
Non iscoraggiamoci per le possibili ingratitudini. Dio, in vista delle ingratitudini del mondo contro la Sua Carità, non si trattene dal darci il Suo divin Figliolo: e Gesù, in vista dei maltrattamenti che avrebbe ricevuto dagli uomini, ingrati al Suo amore, non si ritenne dal farci quel grande ed eccelso dono d’apprestarci la Mensa divina e dare a mangiare il Boccone Eucaristico anche agli ingrati.
– 26 –
Invece di scoraggiarci per le possibili ingratitudini, allietiamoci, cercando il bisognoso nascosto, consolando l’afflitto, strappando anime al demonio e portandole a Dio.
Come il Verbo unì Dio all’uomo, così la Carità del boccone unirà l’uomo a Dio!
– 27 –
Quando si trova la vera miseria abbandonata, che si vergogna di cercare un aiuto, la Carità a domicilio mi sembra da preferirsi a quella del Povero, che ha il coraggio di procurarsela. Bisogna allora usare tutta quella delicatezza, che è necessaria in simili casi; e perché la Carità non si renda pesante, si faccia in maniera che il beneficato non senta l’umiliazione del beneficio.
– 28 –
La materia del giudizio sarà principalmente basata sulla Carità verso il prossimo, perché essa importa Carità verso Gesù Cristo. Chi dà al Povero dà a Dio, e Dio lo ricompensa con la vita eterna; chi nega al Povero rinnega Gesù, e non può avere salute.
Ama sempre più Gesù nei Suoi Poverelli, e otterrai da Lui ogni grazia e misericordia, e lo possederai eternamente.
– 29 –
Infinite sono le benedizioni che accompagnano le opere di Carità, ed eterna sarà la beatitudine che Gesù Cristo Giudice darà ai misericordiosi.
Prega caldamente perché lo spirito della vera Carità verso Dio e verso il prossimo bruci veramente il tuo cuore. Se otterrai questo avrai ottenuto tutto se mancherà questo, sarà tutto perduto.
Pensaci seriamente e risolvi!
– 30 –
Il Signore dilati il tuo cuore, ricolmandolo della Sua Carità, e ti mostri la Sua bella faccia, in ogni anima ricomprata dal Suo preziosissimo sangue.
Nella mancanza di ogni virtù, ti mostri la Sua nudità, e nell’esistenza di ogni difetto le sue piaghe.
– 31 –
Oh, come si commuove il cuore a tale spettacolo! Oh, come si accende l’anima a tale strazio! Le forze si moltiplicano, la pazienza si raddoppia, e la Carità, accedendosi nei nostri cuori, ci fa tutti a tutti per guadagnare tutti a Gesù cristo.