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Settembre

Segui la via dell’obbedienza

“Una goccia di semplice obbedienza vale un milione di volte più che un vaso intero della
più fina contemplazione”. Cosi diceva S. Maria Maddalena de’ Pazzi che, di contemplazione e obbedienza se ne intendeva.

Dopo la virtù della Religione, l’obbedienza, secondo S. Tommaso, è “la più perfetta delle virtù morali”; e secondo S. Agostino, “la madre e la custode di tutte le virtù”. Essa, infatti, è la perfezione della carità e la consumazione dell’amore; perché: 1) ci costituisce nella vera amicizia con Dio, facendoci avere con Lui lo stesso volere e non volere; 2) ci fa liberi, in quanto la libertà è la capacità di compiere la volontà di Dio.

Essere in grado di resistere alla divina volontà, non vuol dire esser liberi, perché non v’è libertà nel peccato. Dio, in cui non esiste ombra alcuna o possibilità di male o di peccato, è infinitamente libero. Egli è la Libertà!

Ogni libertà viene a noi come un dono soprannaturale di Dio, come partecipazione alla Sua libertà, per mezzo dell’amore, che Egli infonde nelle nostre anime, unendole a Lui, prima in un perfetto consenso, poi in una unione trasformante di volontà: «Noi non siamo figli della schiava” scrive S. Paolo ai Galati (4,31); “ma della libera; e di quella libertà cui Cristo ci ha affrancati”.

La libertà non consiste quindi nella scelta tra bene e male; ma nel perfetto amore e nella perfetta accettazione di ciò che è bene, il quale dà la felicità; e nell’odio e ripulsa di ciò che è male, il quale conduce alla delusione e alla infelicità. “Affinché sappia rigettare il male e scegliere il bene” cosi dice del Messia il Profeta (Is 7,15).

Nell’ordine materiale, di uno il quale sceglie e mangia la buccia, e butta via l’arancia, ovvero che trattiene come cosa preziosa l’involucro di carta, e butta tra i rifiuti lo scrigno col tesoro, non dirò che è libero, ma che è pazzo o scemo.

Gesù, nostro divin Redentore, dal primo all’ultimo istante della Sua vita, ci ha dato l’esempio della più perfetta obbedienza, per salvar la quale dice S. Bernardo preferì perdere la vita: “Maluit perdere vitam, quam perdere obedientiam”.

Padre Giacomo, da vero e perfetto imitatore di Gesù, fu l’uomo dell’obbedienza.

Il Cardinale Guarino, parlando infatti della pratica di questa fondamentale virtù, da parte del Servo di Dio, dice: “Egli non operò mai nulla senza il consiglio di sacerdoti probi e timorati di Dio, verso i quali aveva un rispetto profondo e illimitato”.

Conosciamo, per altro, quale fosse la sua obbedienza per la Chiesa, il Papa, i Vescovi, e per Direttore spirituale. Al benedettino don Ercole Tedeschi, incaricato da lui per l’approvazione dell’Opera, scriveva: “Sarà cortese dirci l’accoglienza che farà il nostro S. Padre a questi nostri buoni desideri, ché siamo pronti a dismettere, se sono menomamente da Lui disapprovati, essendoci più cara d’ogni cosa l’adorabile volontà di Dio”. Alle sue figliole diceva sempre: “Noi siamo figli obbedienti della Chiesa”; perciò le esortava alla più devota e filiale sottomissione agli Ecc.mi Vescovi. Dal canto suo, dichiarava di “voler dipendere in tutto dall’oracolo dell’obbedienza, che, per lui, era la voce genuina di Dio, da seguirsi sempre senz’alcun indugio”.

Tutte le sue lettere parlano insistentemente di questa virtù, senza di cui nessun atto, anche buono, può essere meritorio, e l’addita come la via più sicura della perfezione e della santità.

Leggi e medita sui brani raccolti, e, se vuoi esser felice, segui anche tu la via dell’obbedienza, che conduce, infallibilmente, alla meta celeste.

 

 

 

– 1 –

La vita del giusto è nell’obbedienza.
Basta questa solo virtù per farci secondo il cuore di Dio… perché ci conferma nella santa osservanza e ci unisce all’adorabile volontà del Signore, nella quale sono tutti i beni, in terra e in cielo.

 

– 2 –

Pensa che Adamo, per aver voluto dubitare dell’ordine di Dio e giudicarlo col proprio talento, cadde nella disobbedienza, e questa dannò il mondo intero. Pensa ancora che Gesù Cristo, volendo redimere il mondo, non trovò altro mezzo che quello di obbedire, obbedire sino alla morte, obbedire sino alla morte di croce.

 

– 3 –

Noi abbiamo il dovere d’imitare Gesù, nostro divino modello, la cui obbedienza dev’essere nostra regola. Egli si sottomise a una legge umana, la quale non obbligava Lui, che era Dio; obbedì senza fare osservazioni, si fece obbediente sino alla morte di croce, e poté dire a noi: “Vi ho dato l’esempio affinché come ho fatto io, facciate anche voi”.

 

– 4 –

Il Signore vuole che si copi la vita del Suo Unigenito Figliolo, ma non potremo riuscire mai senza una perfetta abnegazione e obbedienza…
Risolviamo quindi di dare a Dio la nostra volontà, osservando la Sua santa legge, e vivendo di perfetta obbedienza verso coloro che lo rappresentano sulla terra, senza mischiare più cuore e la volontà in cosa alcuna, dovendovi rinunziare anche nelle cose che sembrano buone, perché fuori dell’obbedienza, non si trova affatto la perfezione.

 

– 5 –

Se vuoi custodire in te la grazia di Dio, bisogna che tu nasca di nuovo, cioè hai bisogno di morire a te stesso, per vivere a Gesù Cristo.
Sai cosa vuol dire morire a te stesso? Vuol dire che non devi farti guidare dalla tua volontà e dal tuo amor proprio, ma dalla volontà di Dio, per mezzo della santa obbedienza.

 

– 6 –

È per questo gran bene che il buon Gesù, rigenerando a novella vita la povera umanità, le ha segnato la via della fede nella volontà di Dio: perché questa via è facile a tutte le anime, dotte e ignoranti; le anime d’ingegno svelto e quelle d’ingegno tardo possono tutte, con facilità, correre per questa via e raggiungere, per poco che lo vogliamo, lo stesso premio. Ed invero che difficoltà s’incontra nell’obbedire? Forse bisogna esser pieni d dottrina per far questo?
Chiunque può deve farlo, supposto che voglia mantenersi in grazia di Dio e salvarsi.

 

– 7 –

Chi non è premuroso nell’ascoltare la voce dei Superiori, dimostra di non avere alcuna premura di rispondere al comando del Signore, il quale non spinge mai l’anima contro l’obbedienza.
Se cerchi davvero la gloria di Dio e la salute dell’anima, manifesta con semplicità ciò che senti in coscienza, sottomettendoti subito e con animo lieto a quello che l’obbedienza decide.

 

– 8 –

Non presumere della tua intelligenza e non discutere sull’intelligenza dei Superiori, esaminando si abbiamo difetti o commettano degli errori. Abbiano pure le loro imperfezioni personali, tu non hai alcun diritto di sindacare le azioni o gli ordini di chi comanda; il tuo dovere è di obbedire con docilità e prontezza, e di sapere dubitare di te stesso, del tuo modo di vedere, di pensare, di giudicare. Abbi fede in Dio e nei Superiori, di cui Dio si serve per comunicare a noi la Sua volontà.

 

– 9 –

Poiché la Fede non ammette discussioni, non volere indagare sul perché degli ordini che ricevi. Dio non gioca al perché, e non vuole che noi comprendiamo o pretendiamo comprendere il perché: Egli esige l’obbedienza senza perché. Del perché e di ogni perché renderanno conto a Dio i Superiori.

 

– 10 –

Non sai darti ragione del perché? … Morte alla dea ragione! … Viva la Fede!
L’anima che vive di fede, crede che Dio opera e parla nei Superiori; crede che nostro Signore riguarda fatta contro di Sé quella disobbedienza, quella mormorazione, quella osservazione fatta contro i Superiori; crede che, l’umile sottomissione all’obbedienza, Dio la gradisce a preferenza di qualunque sacrificio; guarda Gesù, umile e obbediente, ed è pronta a imitarlo; e se, per l’obbedienza, le tocca di soffrire, soffre anche il martirio, abbracciata alla croce di Gesù.

 

– 11 –

L’anima che vive di Fede resiste contro la sapienza umana; sa che il demonio si presenta come angelo di luce e come apostolo zelantissimo; non si lascia scuotere e impressionare dai giudizi altrui; non si fa trascinare dal rispetto umano, né si unisce a discutere e a confabulare con coloro che si lamentano e giudicano; essa pensa, parla e opera secondo lo spirito di Gesù Cristo.

 

– 12 –

E ora, figliolo, esaminati sull’obbedienza e domanda a te stesso: È giusto che un suddito giudichi l’andamento dei Superiori? … È giusto che chi deve obbedire giudichi, col suo talento, l’organo dell’obbedienza … e l’obbedienza medesima? …
Se questo non è giusto e tu lo fai, agisci male e non sei ben regolato.
Bisogna dismettere assolutamente i propri apprezzamenti e affidarsi interamente alla volontà di Dio, se si vuol camminare sicuri nella via della Fede.

 

– 13 –

Se vuoi avere una gran pace nell’anima, non devi discorrere mai con la tua mente, né trattenerti mai in pensieri contrari alla santa obbedienza; ma obbedire con obbedienza amorevole e affettuosa, per rispetto a Gesù, obbediente sino alla coronazione di spine, sino alla crocefissione, sino alla morte.
Non istare mai sicuro se non sei nella santa obbedienza.

 

– 14 –

Figliolo, esci da te stesso, dal tuo amor proprio, dalla tua volontà, dalle tue corte vedute, e metti tutto te stesso nel Cuore amante di Gesù, seguendo la Sua adorabile volontà per mezzo della santa obbedienza, e proverai per esperienza quanto è soave l’amore del Signore! E come in questo santo amore e nell’unione alla sua adorabile volontà si gustino, anche in terra, le delizie del Paradiso.

 

– 15 –

Si! L’anima che sta nel divino volere, per mezzo della obbedienza, ha trovato il Paradiso! Or poiché è così, io non so comprendere come si possa essere tanto stolti da rinunziarvi; perché cosa poi? … per un tantino di propria volontà e soddisfazione che, in fine ci costerà pianto, mormorazione, bile, con la conseguente perdita di salute temporale ed eterna.

 

– 16 –

Se sei preposto ad altri, dà l’esempio dell’ubbidienza, seguendo gli ‘insegnamenti del Divin Maestro; così insegnerai anche la pratica di questa santa virtù: il migliore insegnamento, del resto, è l’esempio, il quale è anche il comando più efficace.
Quando comincerai dal fare, cioè, quando sarai il primo a obbedire, e potrai, come Gesù, dire: “Vi ho dato l’esempio … Imparate da me”, nessuno oserà disubbidirvi. Non è possibile che vi siano soggetti, i quali non vogliano obbedire al Superiore, che esemplarmente compie ciò che dovere.

 

– 17 –

Nel servire il Signore tiene sempre questa norma: non cedere mai nessuna cosa al cuore; cedi tutto allo spirito il quale deve essere sempre informato al divino volere, per la prontezza della santa obbedienza.
Vale più qualunque piccola cosa eseguita per obbedienza, che le cose grandissime fatte solo per nostro volere.

 

– 18 –

Non aver mai volontà propria, ma affidati interamente all’ordine dell’obbedienza. E anche quando dovesse sembrarti che il Signore voglia altrimenti, non prestar fede alle tue inspirazioni, ma confermati sempre più nella santa obbedienza, che Dio t’impone per mezzo dei Suoi rappresentanti, che ti fanno da guida.

 

– 19 –

Come il cieco, senza guida, finisce col cader prima o poi nella fossa; così l’anima che non segue la voce dell’obbedienza, abbandonata alla cecità del proprio cuore, schiavo della superbia e dell’amor proprio, finirà col rovinare nell’abisso, eternamente.

 

– 20 –

Disprezza sempre i tranelli del demonio, segui con sicurezza i dettami dell’obbedienza e arriverai a tutto.
Quando l’anima fa quello che Dio vuole, è sicura dell’esito felice, ad onta degli immensi ostacoli che il maligno vi frappone.

 

– 21 –

Se, spinto dalla superbia e dall’amor proprio, trovi difficoltà a obbedire e, istigato dal demonio, vorresti ribellarti alla volontà di Dio, ripeti umilmente, con fede, questa preghiera: Signore, io credo che Voi mi siete presente e volete quanto l’obbedienza mi comanda; io vi adoro e vi obbedisco, amandovi in ogni vostra adorabile volontà!

 

– 22 –

Il Signore, con le anime fedeli, è padrone di fare ciò che vuole; ma queste debbono sentire il dovere di star sempre allo spirito dell’obbedienza, perché solo così possono esser sicure di piacere a Dio.

 

– 23 –

L’Obbedienza è fonte di sicura garanzia per il Paradiso. Chi obbedisce sempre può esser certo della sua eterna salute; ma chi non sente vero amore per l’obbedienza si trova sempre in grandissimo pericolo.
Un’anima obbediente non si è mai dannata; ma quella che disobbedisce non può salvarsi o resta molto a temere.

 

– 24 –

Quando l’anima acquista la virtù della santa obbedienza ha assicurato la sua eterna salute; essa però non fa nulla senza obbedienza, non ama nulla fuori dell’obbedienza, non ha proprie vedute, non ha piaceri né gusti che quelli solamente della santa obbedienza. Per queste anime non vi è nulla, tranne che dovessero venir meno alla detta virtù; ma, mentre vivono in essa, sono tante certe del Paradiso, come se già vi fossero di fatto.

 

– 25 –

Dio si serve di tutto per la Sua gloria e per la salute dell’anima, quando questa sta ferma nell’obbedienza, e non sceglie a sua guida il proprio talento e la propria sensibilità.
Ama l’obbedienza e le tue opere saranno della maggior gloria di Dio: vincerai il demonio e tutti i tuoi nemici; compirai bene ogni opera, e guadagnerai la pace, che è accordata solamente agli uomini di buona volontà.

 

– 26 –

L’obbedienza è la sola luce che resta tra le tenebre della lotta, quando Dio si compiace di provare l’anima, per vedere se realmente lo ama.
Se l’anima si ricorda che l’obbedienza è la voce di Dio, e si ferma ad amar soltanto il divino volere, vedrà che le sue angustie si scioglieranno come fumo al vento, e si dissiperanno come nuvole al comparir del sole.

 

– 27 –

Sta fermo nella fede viva per mezzo dell’obbedienza; modellati in ogni istante sulla volontà di Dio e raggiungerai la santa indifferenza, imitando la vita dell’amabile nostro Gesù, copiata dalla Vergine santissima, Madre sua e Madre nostra.

 

– 28 –

Se il Signore ti accorderà la perfetta unione alla sua adorabile volontà, per mezzo della santa obbedienza, sarai felicissimo, e tutte le cose tue procederanno come un orologio perfettamente regolato; però devi pregare che questo legame sia esterno e interno, per corrispondere in tutto all’unisono.

 

– 29 –

Chi obbedisce non sbaglia mai, perché Dio premia l’obbedienza, anche a costo di operare miracoli. Quindi, l’anima obbediente non avrà mai nulla da temere. Essa sarà sempre umile e unita al Signore in tutti i momenti della sua vita, né alcuna cosa potrà mai alterare la sua pace, godendo della benedizione di Dio, che racchiude ogni bene, e fruendone nella misura della sua obbedienza.

 

– 30 –

L’obbedienza è l’unico mezzo di salute e di vita eterna. Per mezzo di questa sublime virtù l’anima si eleva nel divino amore e si rende formidabile contro il demonio.
Consacra dunque al Signore la tua volontà, in modo da non desiderare altro che quello che vuole Lui, e da non avere altro amore che quello della santa obbedienza, avrai così la serenità dello spirito, e finirai di esser tuo, per esser tutto di Gesù, vita tua in eterno.